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Università: lascio o resto?

Le statistiche ci mostrano come nell’ultimo decennio sempre più studenti hanno abbandonato il percorso di studi universitari: dal 6,3% del 2011/2012 siamo passati al 7,3% del 2021/2022.

Questo è un dato allarmante perché l’università non è solo un mero luogo di apprendimento o un trampolino per il mondo del lavoro, ma è soprattutto un luogo che permette al singolo studente di confrontarsi con gli altri, con i propri limiti, le proprie aspirazioni e i propri modelli interni. Insomma, è un luogo dove la personalità dell’individuo si modella e si delinea.

Dunque, come viene intesa ad oggi l’università, quali sono e come affrontare gli ostacoli che impediscono agli studenti di proseguire nel loro percorso di formazione?

È quello che proveremo a capire insieme nella nuova puntata di PsicoPsycho

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Animali e benessere psicologico: che ruolo hanno gli animali nella nostra vita?

Secondo il Rapporto Eurispes 2022 e quello Assalco-Zoomark 2022 a vivere con un animale in casa sarebbero quasi 4 italiani su 10.

Sebbene sia dimostrato che la presenza di un animale da compagnia contribuisca al benessere generale della persona che lo possiede, le ricerche in ambito della “pet therapy” ci mostrano anche che la presenza di un animale risulta utile anche nello sviluppo di abilità sociali nei bambini e nella riabilitazione di persone affette da varie patologie.

Ma come è possibile tutto questo e, soprattutto, basta davvero possedere un animale per vivere meglio? È quello che proveremo a capire insieme nella nuova puntata di PsicoPsycho

Cambiamento, etnopsichiatria

Ricerca e Salvataggio in mare: una panoramica sul mondo delle ONG

Da anni si discute del ruolo che le ONG svolgono nella dinamica dei flussi migratori.

C’è chi le vede come i “taxi del mare”, chi come un aiuto concreto alla Guardia Costiera e chi, invece, non si è ancora fatto un’idea rispetto al loro operato e si limita a vederle come un passaggio obbligato nell’iter dei flussi migratori.

Ma cosa sono queste ONG? Come avvengono le operazioni di Ricerca e Soccorso in mare? Chi sono davvero le persone che decidono di imbarcarsi e fare i conti con regolamentazioni nazionali e internazionali pur di salvare delle vite umane?

Ho provato a chiarire questi e altri dubbi grazie all’aiuto di Valeria Taurino, Direttrice Generale di SOS Mediterranee Italia e da anni impegnata nell’ambito dei diritti umani.

Cambiamento, etnopsichiatria

Migranti ambientali: gli effetti della crisi climatica sulle migrazioni

Quando si pensa alle cause delle migrazioni il pensiero va automaticamente a conflitti, faide tra clan, povertà e persecuzioni. Negli ultimi anni, però, sempre più persone si vedono costrette a fuggire dai propri territori per un altro motivo, e cioè a causa di criticità ambientali.

Seppure non esista ancora un riconoscimento giuridico per queste persone, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) fa riferimento a loro come “migranti ambientali”. In questa definizione sono comprese tutte quelle persone che si vedono costrette a lasciare la propria terra d’origine a causa di cambiamenti improvvisi o progressivi delle condizioni ambientai che rendono impossibili le normali attività sociali, lavorative e di sostentamento.

È evidente, quindi, che la crisi climatica che stiamo attraversando ci sta mettendo di fronte ad un fenomeno sociale e culturale molto impattante, un fenomeno che ha (e che avrà sempre di più) un effetto diretto sulle nostre politiche sociali in tema di integrazione e non solo.

Parlerò di questo e molto altro con Andrea Grieco, divulgatore e consulente ambientale che ormai da anni si occupa di sostenibilità e conseguenze del cambiamento climatico.

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INFODEMIA: Il virus dell’informazione

Con l’avvento dei social l’accesso alle informazioni e la loro diffusione sul web sono diventati processi facili e immediati, tant’è che ad oggi siamo in grado di farci un’idea quasi in tempo reale rispetto a un qualcosa che avviene intorno a noi.

È bene notare, però, che spesso queste notizie risultano essere inaccurate proprio perché, in maniera dolosa o meno, si tende a dare priorità allo scoop anziché attendere dati ufficiali o la validazione di ciò che si è raccolto. E questo vale sia per le notizie di cronaca che per le scoperte scientifiche.

Cherry picking, echo chamber e bias di conferma, poi, ci mettono del loro così che dalla semplice voglia di informarsi si passa a diventare protagonisti di una vera e propria catena di disinformazione che può accentuare stress e disorientamento sia in chi condivide le informazioni che in chi le riceve.

Questo meccanismo diventa esponenzialmente pericoloso quando si attraversano periodi di forte incertezza o si parla di argomenti fortemente controversi. In questi casi, infatti, è facile cadere nella trappola dell’infodemia, cioè della diffusione di una quantità così grande di informazioni che risulta complicato farsi un’idea rispetto ad un determinato argomento a causa della difficoltà ad individuare fonti affidabili…e di questo ne abbiamo avuto prova tangibile nel caso sia della guerra in Ucraina che della pandemia!

Vista l’attualità del topic, abbiamo deciso di approfondirlo nella nuova puntata di PsicoPsycho

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Hijab: il velo tra pregiudizi e scoperta di sé

Quando si parla di Hijab immediatamente saltano alla mente immagini come la morte di Mahsa Amini, i recenti avvelenamenti in Iran di un gran numero di studentesse o lo stereotipo della donna costretta a coprirsi il capo in segno di sottomissione.

Il velo però è un oggetto dalle mille sfaccettature e, allargando il focus, vediamo come oltre alla sua interpretazione in chiave di privazione di diritti o obbligo religioso-morale risulta essere anche un oggetto cult nel campo della moda e persino uno strumento identitario volto ad incrementare il benessere psicologico individuale.

Data la complessità dell’argomento, ho deciso di fermarmi e chiedere a chi il velo non solo l’ha incontrato nel corso della sua vita ma lo ha anche scelto facendolo diventare una parte importante di sé e condividendo poi questa bellissima esperienza raccontandosi in un libro.

Partendo proprio dal suo ultimo libro, “Il velo dentro”, con Rosanna Maryam Sirignano (formatrice e membro del Centro Islamico Culturale d’Italia) cercheremo di chiarire alcuni punti riferiti all’hijab e magari di sfatare qualche falso mito al riguardo.

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Bambole: da oggetto rituale a feticcio sociale

Le bambole sono un oggetto comune che ci fa compagnia sin dai tempi degli antichi egizi e, se guardiamo bene, chiunque di noi ne possiede almeno una nella propria casa.

Nel tempo, però, la bambola ha subito varie trasformazioni passando da mero strumento ludico a oggetto rituale fino a diventare un bene da collezione o addirittura uno strumento terapeutico.

In questo video di Etnopsi, quindi, ho voluto approfondire il ruolo che le bambole possono rivestire all’interno del contesto culturale in quanto, a ben vedere, possono essere considerate come delle testimonianze di ciò che siamo, che eravamo e di ciò che aspiriamo ad essere.

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Nutrizione e benessere psicologico: come il cibo influenza la nostra salute mentale

Quando si parla del rapporto tra cibo e salute mentale si pensa subito ai disturbi dell’alimentazione, ma c’è un altro modo di intendere il binomio cibo/psicologia.

Se ci pensiamo, l’essere umano è l’unico animale che a un certo punto ha smesso di mangiare le radici appena strappate dalla terra e la carne ancora sanguinolenta proveniente dalle sue prede per elaborare le più svariate tecniche di cottura e di manipolazione degli ingredienti che aveva a disposizione e combinare tra loro i sapori così da arrivare ad una migliore esperienza gastronomica.

Per noi umani, infatti, il cibo non è solo fonte di nutrimento ma è anche gusto, ricordi, vizio, socialità, novità, creatività, elemento tossico e curativo per frustrazioni e delusioni…insomma, è un elemento culturale e sociale che parla dell’individuo e che ne condiziona l’umore e il senso di benessere.

Nella nuova puntata di PsicoPsycho siamo andati ad approfondire questo e tanto altro avvalendoci del contributo di due ospiti d’eccezione, il Dottor Valerio Rosso (Psichiatra e Divulgatore) e Claudia Penzavecchia (Dietista e Specializzanda in Scienze della Nutrizione Umana).

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Biblioterapia: i libri possono davvero curarci?

A cosa servono i libri? Qualcuno direbbe a stimolare la fantasia, altri ad apprendere nozioni, altri ancora a rendere più forte il rapporto genitori-figli. C’è poi chi li ritiene inutili perché noiosi e ingombranti, chi preferisce l’ebook al cartaceo…insomma, ce n’è per tutti!

La verità è che ognuno ha una visione tutta sua del libro e molto spesso la scelta di quel volume anziché quell’altro dipende proprio dalla singola persona, dai suoi tratti di personalità e dal suo stato d’animo.

I libri, infatti, hanno la capacità di rispecchiare chi siamo e cosa vogliamo, chi vorremmo essere, le nostre paure e le nozioni che ci piacerebbe apprendere, ci forniscono persino delle alternative ai nostri comportamenti e ai nostri schemi mentali. Ecco, quindi, che una serie di pagine rilegate diventa un potenziale strumento per il nostro benessere psicologico, un oggetto capace di migliorarci, farci sentire meno soli e metterci davanti ai nostri lati da smussare.

Ma siamo proprio sicuri che basti prendere in mano un libro per cambiare sé stessi? Ci siamo confrontati su questo e tanto altro nella nuova puntata di PsicoPsycho.