Cambiamento, etnopsichiatria

Ricerca e Salvataggio in mare: una panoramica sul mondo delle ONG

Da anni si discute del ruolo che le ONG svolgono nella dinamica dei flussi migratori.

C’è chi le vede come i “taxi del mare”, chi come un aiuto concreto alla Guardia Costiera e chi, invece, non si è ancora fatto un’idea rispetto al loro operato e si limita a vederle come un passaggio obbligato nell’iter dei flussi migratori.

Ma cosa sono queste ONG? Come avvengono le operazioni di Ricerca e Soccorso in mare? Chi sono davvero le persone che decidono di imbarcarsi e fare i conti con regolamentazioni nazionali e internazionali pur di salvare delle vite umane?

Ho provato a chiarire questi e altri dubbi grazie all’aiuto di Valeria Taurino, Direttrice Generale di SOS Mediterranee Italia e da anni impegnata nell’ambito dei diritti umani.

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Cambiamento, etnopsichiatria

Migranti ambientali: gli effetti della crisi climatica sulle migrazioni

Quando si pensa alle cause delle migrazioni il pensiero va automaticamente a conflitti, faide tra clan, povertà e persecuzioni. Negli ultimi anni, però, sempre più persone si vedono costrette a fuggire dai propri territori per un altro motivo, e cioè a causa di criticità ambientali.

Seppure non esista ancora un riconoscimento giuridico per queste persone, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) fa riferimento a loro come “migranti ambientali”. In questa definizione sono comprese tutte quelle persone che si vedono costrette a lasciare la propria terra d’origine a causa di cambiamenti improvvisi o progressivi delle condizioni ambientai che rendono impossibili le normali attività sociali, lavorative e di sostentamento.

È evidente, quindi, che la crisi climatica che stiamo attraversando ci sta mettendo di fronte ad un fenomeno sociale e culturale molto impattante, un fenomeno che ha (e che avrà sempre di più) un effetto diretto sulle nostre politiche sociali in tema di integrazione e non solo.

Parlerò di questo e molto altro con Andrea Grieco, divulgatore e consulente ambientale che ormai da anni si occupa di sostenibilità e conseguenze del cambiamento climatico.

etnopsichiatria

La superstizione: non è vero, ma ci credo!

“Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male” diceva il buon Eduardo De Filippo ed effettivamente se guardiamo alle statistiche pare che ben il 40% della popolazione italiana riferisca di essere scaramantico.

La superstizione, però, non è qualcosa che appartiene solo al Belpaese. Infatti, a guardar bene, risulta quasi essere parte integrante e funzionale della natura umana tout court: ci accompagna sin dai tempi più remoti.

Dagli amuleti dell’antico Egitto ai riti scaramantici dei giocatori prima di entrare in campo (passando per oroscopo, gatti neri e specchi rotti) nel nuovo video di Etnopsi ho deciso di andare a fondo della questione per capire bene la funzione e l’evoluzione della superstizione e come questa riesca a influenzare la nostra quotidianità.

etnopsichiatria

L’acchiappasogni: folklore o strumento terapeutico?

L’acchiappasogni è un oggetto protettore originario della tribù degli Ojibway ed è costituito da un cerchio di legno adornato con piume e perline.

Dalla maggior parte delle persone viene visto come un mero elemento d’arredo etnico ma per molti indiani nativi americani è ancora uno strumento protettivo e terapeutico molto efficace.

Tra storia e leggenda, in questo nuovo video di Etnopsi ho approfondito il valore che l’acchiappasogni porta con sé e ho fatto il punto su come possa tornare utile nella pratica etnoclinica.

etnopsichiatria

Tobie Nathan e l’etnopsicoanalisi: tra tecnica, individuo, gruppo e cultura

Tobie Nathan è stato (ed è tutt’ora) uno dei principali studiosi e promotori del modello etnopsicoanalitico.

I suoi studi e la sua pratica clinica si sono concentrati sulla delineazione di un modello clinico capace di leggere i disturbi psicologici in chiave etnopsichiatrica tenendo quindi conto del complesso intreccio di usi, costumi, legami e rituali (impliciti e non) che appartengono ad uno specifico modello culturale e che influenzano l’individuo.

In questo nuovo video di EtnoPsi ho cercato di approfondire la persona Nathan e il suo approccio clinico alla persona migrante.

etnopsichiatria

Trauma sociale nei processi migratori: un approccio ferencziano

Dopo più di tre anni di confronti e approfondimenti sono felicissimo nel veder pubblicato sul numero 02/2021 della rivista “The Wise Baby / Il Poppante Saggio” l’articolo scritto con i miei colleghi Pina Sciommarello, Emanuele Prosepe e Manuela Grippo.

L’articolo affronta in un’ottica ferencziana il fenomeno del trauma sociale nei processi migratori e si concentra sul sempre complesso incontro tra la persona migrante e il sistema di accoglienza ponendo un accento sul come in questa complessa dinamica il pensiero gruppale svolga un ruolo fondamentale.

Per info su acquisto e approfondimenti: https://www.societaferenczi.it/rivista-wise-baby

etnopsichiatria

Lo stress da acculturazione: tra integrazione e radicalismi

Viviamo in una società che sta diventando sempre più multiculturale e in questo contesto sta prendendo forma un particolare tipo di pressione psicologica che, in maniera più o meno marcata, investe tutte le persone migranti nel momento in cui devono fare i conti con il nuovo contesto sociale e culturale nel quale si vengono a trovare: si chiama stress da acculturazione.

Lo stress da acculturazione, però, non colpisce solo il gruppo “ospitato” ma anche quello “ospitante”, andando a creare delle dinamiche che, quando va bene, portano a fenomeni di inclusione sociale, quando va male a disturbi psicologici e fisici, a pregiudizi e discriminazioni.


Nel nuovo video di Etnopsi cercheremo di capire come nasce lo stress da acculturazione, come si manifesta e soprattutto cosa fare per impedirne gli effetti deleteri.

etnopsichiatria

La pietra Sessho-Seki: tra tradizione e gestione dell’incontrollabile

Il 5 marzo 2022 sul web ha fatto scalpore una notizia: la rottura della Sessho-Seki, la pietra giapponese che si dice ospitasse un potentissimo demone capace di sovvertire istituzioni e far cadere imperi.

La notizia ha preso rilievo e interessato l’opinione pubblica anche perché alcune testate hanno associato questo evento all’inizio dell’invasione della Russia ai danni dell’Ucraina.

Ma cosa si cela dietro la leggenda della Sessho-Seki e quanto la vicenda intorno alla sua rottura racconta di noi e di come reagiamo agli eventi catastrofici?

Nel nuovo video di Etnopsi ho provato a rispondere a queste ed altre domande.

etnopsichiatria

Mazzamurello: cosa si cela dietro al dispettoso folletto?

Il Mazzamurello è un personaggio della nostra tradizione folkloristico-fiabesca nazionale, a metà tra un folletto e uno spiritello e la cui caratteristica fondamentale è quella di produrre rumori all’interno delle abitazioni per spaventarne gli inquilini.

C’è, però, chi vede in lui più di un semplice folletto dispettoso e lo identifica come un intermediario tra il mondo dei vivi e quello dei morti o, addirittura, come il presagio del fatto che nelle vicinanze della casa nella quale risiede si nasconda un tesoro.

Dal punto di vista etnopsicologico Mazzamurello racchiude in sé vari elementi ambivalenti e diventa così la rappresentazione “concreta” della proiezione di conflitti interni irrisolti. Insomma, chi o cos’è davvero questo Mazzamurello? Ho cercato di tracciarne un profilo nel nuovo video di Etnopsi.

etnopsichiatria

Il Vodu e la sua valenza sociale e individuale

Il Vodu è una religione africana che pare abbia avuto origine nella zona compresa tra Benin, Togo e Ghana e che in epoca coloniale si è diffusa, tramite le navi negriere, dalle coste africane fino alle isole dei Caraibi e del Sud America.

Tuttora il Vodu viene professato e praticato da varie popolazioni sia nella sua forma tradizionale che in forme sincretiche, assumendo un ruolo cruciale nell’organizzazione sociale e dei singoli individui.

In questo video ho provato ad addentrarmi nei meandri di questa pratica religiosa tra elementi culturali, mistici e falsi miti.