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Salute mentale e benessere lavorativo: a che punto siamo?

Lo scorso 15 giugno il CNOP ha riportato su “X” quanto emerso dal nuovo report dell’Istituto di Analisi Gallup di Washington, evidenziando come alla domanda su quali siano state le sensazioni provate dai lavoratori italiani nell’ultima giornata passata in ufficio il 46% ha risposto “stress” e il 25% “tristezza”.

Ovviamente, in un periodo di incertezza come quello che stiamo attraversando, questo report dovrebbe aprire all’urgenza di varie riflessioni in chiave di benessere organizzativo ma, mentre alcune aziende hanno già introdotto la figura del “wellbeing manager” all’interno del loro organico, molte altre sono ancora restìe a concedere lo smart working ai propri dipendenti.

Davanti a ciò, viene spontaneo allora chiedersi: quanto è importante il benessere del lavoratore, e quanto incide lo stress lavoro correlato sul rendimento aziendale?

Sarà proprio da queste domande che partiranno le nostre riflessioni per l’ultima puntata di stagione di PsicoPsycho.

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Collega o Rivale? Networking ed etica professionale

Con l’avvento del web la concorrenza tra professionisti si è fatta sempre più accesa tanto che, pur di primeggiare per la paura di esser tagliati fuori dal mercato, molti professionisti si trasformano in figure mitologiche che prendono il nome di “fuffa guru”. L’idea di base che spesso muove queste persone è quella dell’homo homini lupus di Hobbesiana memoria, per cui se non arrivo primo gli altri si mangeranno tutto tagliandomi fuori.

Se nel mondo fisico tutto questo si traduce nel volantinaggio coatto, negli incontri dimostrativi gratuiti o nei tariffari da miseria correlati al tanto amato screditamento della concorrenza, nel mondo virtuale si declina nella corsa alla creazione del contenuto più accattivante volto ad incrementare il numero di follower, di click e di visualizzazioni.

Va da sé, questo atteggiamento non porta ad altro che a prodotti approssimativi e all’adozione di strategie che poco hanno a che fare con il principio di etica professionale finendo, quindi, per arrecare un danno in termini di credibilità all’intera categoria lavorativa.

Ma siamo proprio scuri che gli altri professionisti del settore siano necessariamente dei concorrenti?

È quello su cui proveremo a ragionare nella nuova puntata di PsicoPsycho insieme a Simona Moliterno, Damiano Ruggieri, Flavia Tallarico e Simona Muzzetta.

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Università: lascio o resto?

Le statistiche ci mostrano come nell’ultimo decennio sempre più studenti hanno abbandonato il percorso di studi universitari: dal 6,3% del 2011/2012 siamo passati al 7,3% del 2021/2022.

Questo è un dato allarmante perché l’università non è solo un mero luogo di apprendimento o un trampolino per il mondo del lavoro, ma è soprattutto un luogo che permette al singolo studente di confrontarsi con gli altri, con i propri limiti, le proprie aspirazioni e i propri modelli interni. Insomma, è un luogo dove la personalità dell’individuo si modella e si delinea.

Dunque, come viene intesa ad oggi l’università, quali sono e come affrontare gli ostacoli che impediscono agli studenti di proseguire nel loro percorso di formazione?

È quello che proveremo a capire insieme nella nuova puntata di PsicoPsycho

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Biblioterapia: i libri possono davvero curarci?

A cosa servono i libri? Qualcuno direbbe a stimolare la fantasia, altri ad apprendere nozioni, altri ancora a rendere più forte il rapporto genitori-figli. C’è poi chi li ritiene inutili perché noiosi e ingombranti, chi preferisce l’ebook al cartaceo…insomma, ce n’è per tutti!

La verità è che ognuno ha una visione tutta sua del libro e molto spesso la scelta di quel volume anziché quell’altro dipende proprio dalla singola persona, dai suoi tratti di personalità e dal suo stato d’animo.

I libri, infatti, hanno la capacità di rispecchiare chi siamo e cosa vogliamo, chi vorremmo essere, le nostre paure e le nozioni che ci piacerebbe apprendere, ci forniscono persino delle alternative ai nostri comportamenti e ai nostri schemi mentali. Ecco, quindi, che una serie di pagine rilegate diventa un potenziale strumento per il nostro benessere psicologico, un oggetto capace di migliorarci, farci sentire meno soli e metterci davanti ai nostri lati da smussare.

Ma siamo proprio sicuri che basti prendere in mano un libro per cambiare sé stessi? Ci siamo confrontati su questo e tanto altro nella nuova puntata di PsicoPsycho.

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Il valore delle cose – Come attribuiamo valore a ciò che abbiamo e a ciò che facciamo

Dal telefono all’auto elettrica, passando per il viaggio verso il paese “trend” del momento, il presenziare all’evento dell’anno, l’essere sempre presente per il partner, l’andare a trovare i parenti durante le feste, il proporsi e riuscire a portare a termine un lavoro in maniera efficace e professionale…facciamo, vogliamo e abbiamo tante cose, e molte di queste le riteniamo addirittura indispensabili.

Noi a quelle cose ci teniamo, per noi hanno un valore, e questo valore può essere solo soggettivo oppure socialmente riconosciuto.

Ma come si attribuisce valore a qualcosa? Cosa ci spinge a direzionare gran parte delle nostre energie per arrivare a farla nostra? È quello di cui abbiamo parlato nella nuova puntata di PsicoPsycho insieme a due ospiti che potremmo definire ormai “di casa”, Simona Moliterno (Psicologa del lavoro, Formatrice e Digital Marketer) e Sonia Busalacchi (Psicologa, Formatrice e S.F.E.R.A. Coach).

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Cosa vuoi fare da grande? Multipotenziali e benessere psicologico

Può esservi capitato negli ultimi anni di incappare nel termine “multipotenzialità”, o ancora meglio sentir parlare di “persone multipotenziali”.

In generale, il termine indica la capacità di alcuni individui di dedicarsi a vari interessi in contemporanea (a volte appartenenti ad ambiti completamente diversi tra loro) perché mossi da un’innata curiosità.

I multipotenziali hanno la capacità di creare interconnessioni e punti di contatto tra discipline o persone, allo stesso tempo, però, finiscono per non specializzarsi mai nell’ambito di interesse sentendosi, così, spesso inadeguati.

Per cercare di inquadrare al meglio l’argomento, a farci compagnia in questa nuova puntata di PsicoPsycho ci saranno Alice Bottoni e Melania Fanello, rispettivamente vicepresidente e consigliera dell’Associazione Italiana Multipotenziali.

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Marketing, Social e Identità: come la desiderabilità sociale influenza la nostra quotidianità

Oggi tutti abbiamo a che fare con i social e molto probabilmente a tanti di noi è capitato a un certo punto di riflettere sul se e sul come veicolare online la propria vita privata o la propria professione.

In effetti i social sono diventati delle importanti opportunità sulle quali investire tempo e a volte anche denaro, e sempre più persone si sono avvicinate anche ai principi del marketing iniziando così a lavorare sulla propria immagine personale o professionale per renderla “appetibile” agli occhi dei fruitori del web.

Ma quanto siamo in grado di distinguere l’immagine che abbiamo online da quella “reale” di noi stessi, e soprattutto…siamo davvero sicuri che le due immagini debbano essere distinte?

Forti di quanto già trattato nell’ultima live a tema, per la nuova puntata di PsicoPsycho abbiamo coinvolto Simona Moliterno (Psicologa del lavoro, Formatrice e Digital Marketer) per cercare di fare il punto su questo e tanto altro.

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Io sono/ho un’azienda?

Mai come oggi il lavoro è una componente essenziale della nostra vita. Gran parte del nostro tempo, infatti, lo passiamo a lavoro o a risolvere i problemi lavorativi e molto spesso anche il nostro tempo libero viene “contaminato” dal lavoro: finiamo per organizzare cene, aperitivi e escursioni con i nostri colleghi che, sempre più spesso, diventano le uniche persone che siamo in grado di frequentare a causa proprio dei ritmi lavorativi.

Tutto questo, ovviamente, condiziona anche la nostra identità e così a volte finiamo per confondere chi siamo con cosa facciamo, la nostra immagine personale e quella professionale.

Nella nuova puntata di PsicoPsycho abbiamo provato a fare il punto su questo e tanto altro passando attraverso fenomeni come il phubbing, la FOMO, la sindrome dell’impostore e l’attualissimo doomscrolling.