etnopsichiatria

La pietra Sessho-Seki: tra tradizione e gestione dell’incontrollabile

Il 5 marzo 2022 sul web ha fatto scalpore una notizia: la rottura della Sessho-Seki, la pietra giapponese che si dice ospitasse un potentissimo demone capace di sovvertire istituzioni e far cadere imperi.

La notizia ha preso rilievo e interessato l’opinione pubblica anche perché alcune testate hanno associato questo evento all’inizio dell’invasione della Russia ai danni dell’Ucraina.

Ma cosa si cela dietro la leggenda della Sessho-Seki e quanto la vicenda intorno alla sua rottura racconta di noi e di come reagiamo agli eventi catastrofici?

Nel nuovo video di Etnopsi ho provato a rispondere a queste ed altre domande.

Pubblicità
etnopsichiatria

Mazzamurello: cosa si cela dietro al dispettoso folletto?

Il Mazzamurello è un personaggio della nostra tradizione folkloristico-fiabesca nazionale, a metà tra un folletto e uno spiritello e la cui caratteristica fondamentale è quella di produrre rumori all’interno delle abitazioni per spaventarne gli inquilini.

C’è, però, chi vede in lui più di un semplice folletto dispettoso e lo identifica come un intermediario tra il mondo dei vivi e quello dei morti o, addirittura, come il presagio del fatto che nelle vicinanze della casa nella quale risiede si nasconda un tesoro.

Dal punto di vista etnopsicologico Mazzamurello racchiude in sé vari elementi ambivalenti e diventa così la rappresentazione “concreta” della proiezione di conflitti interni irrisolti. Insomma, chi o cos’è davvero questo Mazzamurello? Ho cercato di tracciarne un profilo nel nuovo video di Etnopsi.

etnopsichiatria

Il Vodu e la sua valenza sociale e individuale

Il Vodu è una religione africana che pare abbia avuto origine nella zona compresa tra Benin, Togo e Ghana e che in epoca coloniale si è diffusa, tramite le navi negriere, dalle coste africane fino alle isole dei Caraibi e del Sud America.

Tuttora il Vodu viene professato e praticato da varie popolazioni sia nella sua forma tradizionale che in forme sincretiche, assumendo un ruolo cruciale nell’organizzazione sociale e dei singoli individui.

In questo video ho provato ad addentrarmi nei meandri di questa pratica religiosa tra elementi culturali, mistici e falsi miti.

etnopsichiatria

La mutanza: crisi epilettica, possessione demoniaca o semplice credenza popolare?

La mutanza è un fenomeno tipico soprattutto di alcune zone di Abruzzo e Molise e si configura come un potente dispositivo culturale che permette, attraverso il pensiero magico, di rendere pensabili – e quindi controllabili – una serie di malesseri fisici e cognitivi che investono la persona e che sarebbero riconducibili all’epilessia.

Tuttavia, nel corso degli anni il fenomeno e la sua interpretazione hanno subito una grande trasformazione, passando da manifestazioni che richiedevano l’intervento di monaci esorcisti a malesseri curati da pranoterapeuti o maestri di Reiki.

In questo video analizzo il fenomeno della mutanza attraverso un interessantissimo studio condotto da Lia Giancristofaro proprio in terra Abruzzese e Molisana.

.

etnopsichiatria

Georges Devereux e il suo prezioso contributo alla psicologia transculturale

Georges Devereux, all’anagrafe Gyorgy Dobo, è stata forse una delle personalità che ha contribuito maggiormente alla nascita e all’evoluzione sia dell’etnopsichiatria che della psicologia transculturale.

Partendo dal lavoro di Alain Goussot, in questo video ho deciso di raccontare chi era Devereux e soprattutto i preziosi spunti che ci ha regalato e che, a conti fatti, risultano utili sia a chi lavora nell’ambito dell’accoglienza o della clinica transculturale che a chiunque si relazioni con un “Altro” inteso come chiunque abbia cultura, esperienze e vissuti diversi dai propri.

etnopsichiatria

La spedizione in Lucania di Emilio Servadio

Ultimamente faccio davvero tanta fatica a buttare giù idee e riflessioni.
Mi sono accorto che lo scrivere qualcosa di sensato, comprensibile e che allo stesso tempo possa comunicare tutto lo studio e la ricerca che ci sono dietro mi richiede molte energie, troppe per la quantità di cose che faccio (o che spero di realizzare) durante il giorno. Il lato negativo, però, è che se non scrivo qualcosa, se non prendo nota di quello che leggo o che penso, rischio di perderlo perché finisce per svanire pian piano sommerso da tutti i pensieri che ruotano attorno alle vicende quotidiane personali e lavorative. Cosa fare allora?

Continua a leggere “La spedizione in Lucania di Emilio Servadio”