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Cambiare o non cambiare? Cosa ci frena e cosa ci spinge verso un cambiamento

Chi lascia la via vecchia per la nuova sa quello che lascia ma non sa quello che trova.

Si dice che, se una cosa finisce per essere oggetto di un detto popolare vuol dire che appartiene alla storia dell’essere umano da sempre, e questo è particolarmente vero se pensiamo alla tematica del cambiamento.

Seppure cambiare sia qualcosa che caratterizza in maniera prevalente la nostra esistenza, infatti, non sempre abbandonare l’ormai rinomata zona di comfort si rivela essere così semplice. Tra paure, preoccupazioni e incertezze, la spinta al cambiamento può essere osteggiata da vari ostacoli che molte volte finiscono per rivelarsi delle vere e proprie trappole.

Ebbene, nella nuova puntata di PsicoPsycho andremo ad approfondire proprio il tema del cambiamento ponendo l’accento, tra le altre cose, sulle strategie che possono renderlo un processo quanto più fluido possibile.

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Arte e psicologia: come le opere d’arte impattano sulla nostra psiche

Nel 1817 lo scrittore francese Marie-Henri Beyle, meglio conosciuto come Stendhal, all’uscita dalla Basilica di Santa Croce a Firenze si ritrovò a fare i conti con tachicardia, giramenti di testa e un senso di vuoto emotivo, uno stato psicofisico che lui stesso identificò come il risultato dell’esser entrato in connessione con alcune delle opere d’arte presenti nella chiesa fiorentina.

Più di un secolo e mezzo dopo, nel 1977, la psichiatra Graziella Magherini descrisse alcuni casi di turisti stranieri in visita nel capoluogo toscano e colpiti da episodi acuti di sofferenza psichica e somatica ascrivibili all’esperienza raccontata da Stendhal, utilizzando alcuni concetti della psicoanalisi (il “perturbante” di Freud in primis) per spiegarne l’eziologia dei sintomi.

Fu così che il rapporto tra arte e psiche diventò uno dei temi di maggior approfondimento della psicologia, ma anche delle neuroscienze, di alcuni movimenti artistici e perfino di discipline afferenti all’urbanistica. Ci si rese conto, infatti, che l’opera d’arte (sia essa un quadro, una statua o addirittura la conformazione di una città) era in grado di innescare una reazione di rispecchiamento emotivo in alcune tipologie di persone e di condizionarne, così, umore e stato di salute.

Come funziona, quindi, questo processo? È quello che cercheremo di capire insieme nella nuova puntata di PsicoPsycho

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Perché abbiamo paura di litigare? Luci e ombre dell’evitare il conflitto

Spesso quando discutiamo e siamo in disaccordo con qualcuno la conversazione finisce per diventare un vero e proprio litigio, ovvero un momento nel quale gli animi si scaldano e il cui esito è spesso un allontanamento fisico ed emotivo reciproco.

Sembra, quindi, che litigare sia qualcosa assolutamente da evitare dal momento che porta la persona a sperimentare sensazioni di rifiuto, aggressività, abbandono e solitudine. Evitare di farlo, però, ci costringe a mettere a tacere i nostri bisogni e le emozioni che li accompagnano contribuendo, così, ad alimentare un senso di frustrazione e ingiustizia che per assurdo ci porta comunque a distaccarci dall’altro.

È proprio questa impasse che abbiamo analizzato nell’ultima puntata di PsicoPsycho