Ieri ho ricevuto questo video tramite Facebook e nella sua descrizione riportava la frase “Vi spiego Facebook con un video”. In queste immagini, però, non riesco a vedere solo quello che l’autore voleva comunicare – ovvero una possibile esemplificazione del fenomeno dei cosiddetti “leoni da tastiera” – ma credo che esse offrano uno spunto interessante per riflettere su cosa sia l’odio e quali siano le sue possibili cause scatenanti.
Personalmente credo che la radice dell’odio possa essere rintracciata nella creazione di barriere. Barriere comunicative, affettive, sociali, nazionali e nazionaliste…insomma, cancelli che chiudono all’altro, il quale – con il suo modo di vedere o di pensare – ci si presenta come qualcosa di estraneo che deve rimanere tale e dal quale dobbiamo necessariamente difenderci perché mette in crisi i nostri punti fermi. Quando odiamo qualcuno non facciamo altro che ammettere a noi stessi che non siamo in grado di trovare gli strumenti per dialogare con ciò che in quel momento è diametralmente opposto a noi.
“Io odio…” recitava lo scontento Puffo Brontolone, e così facendo rimaneva barricato nella sua individualità cogliendo sempre l’occasione di rimarcare i confini tra sé e gli altri ogni qual volta un imprevisto rimodellava la quotidianità del villaggio.
A questo punto, quindi, mi viene spontaneo chiedermi: cosa succederebbe se venissero abbattuti quei muri che da un lato ci “proteggono” e dall’altro ci privano della possibilità di incontrare e conoscere l’altro?