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Psicoterapia: Tra relazione e introspezione

La psicoterapia affonda le sue radici in tempi molto lontani, quando la “cura con la parola” veniva adoperata come pratica medica all’interno dei rituali di guarigione, ma nel corso della sua evoluzione ha dovuto fare i conti con critiche, stereotipi e falsi miti.

Ad oggi questa pratica è stata sdoganata e viene svolta all’interno di istituzioni pubbliche e di studi privati, eppure in tanti non hanno ancora ben chiaro cosa sia la psicoterapia, chi va in psicoterapia e soprattutto perché si va (o sarebbe utile andare) in psicoterapia.

Francesca Picozzi (psicoterapeuta, scrittrice e divulgatrice) ce lo spiega molto bene nel suo ultimo libro “Perché sei qui?” e, utilizzando una forma comunicativa accessibile a tutt* – quello della graphic novel – e che strizza l’occhio ai più giovani, ci permette di riflettere su due elementi cardine del processo psicoterapeutico: l’introspezione e, soprattutto, la relazione.

Abbiamo deciso, perciò, di coinvolgere Francesca nella nuova puntata di PsicoPsycho così da confrontarci con lei sul suo libro e sull’impatto positivo che le storie raccontate al suo interno possono avere sulle vecchie e sulle nuove generazioni.

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Salute mentale e benessere lavorativo: a che punto siamo?

Lo scorso 15 giugno il CNOP ha riportato su “X” quanto emerso dal nuovo report dell’Istituto di Analisi Gallup di Washington, evidenziando come alla domanda su quali siano state le sensazioni provate dai lavoratori italiani nell’ultima giornata passata in ufficio il 46% ha risposto “stress” e il 25% “tristezza”.

Ovviamente, in un periodo di incertezza come quello che stiamo attraversando, questo report dovrebbe aprire all’urgenza di varie riflessioni in chiave di benessere organizzativo ma, mentre alcune aziende hanno già introdotto la figura del “wellbeing manager” all’interno del loro organico, molte altre sono ancora restìe a concedere lo smart working ai propri dipendenti.

Davanti a ciò, viene spontaneo allora chiedersi: quanto è importante il benessere del lavoratore, e quanto incide lo stress lavoro correlato sul rendimento aziendale?

Sarà proprio da queste domande che partiranno le nostre riflessioni per l’ultima puntata di stagione di PsicoPsycho.

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Intelligenza artificiale: quale impatto per/nella psicologia?

Negli ultimi anni c’è un argomento che primeggia in gran parte delle discussioni sul web, nei telegiornali e perfino nei piccoli bar di paese: l’intelligenza artificiale.
C’è chi la vede come una risorsa, una sorta di acceleratore di processi noiosi e “sprecatempo”, e chi come una minaccia, un qualcosa che farà pian piano perdere posti di lavoro o che minerà la nostra capacità di relazionarci gli uni con gli altri.
Se è vero, infatti, che i modelli operativi dell’intelligenza artificiale tendono a dare ottimi risultati in vari ambiti (dalla semplice produzione di testi e immagini fino alla creazione di chatbot e assistenti virtuali), è altrettanto vero che essere in grado di elaborare una grande mole di informazioni non vuol dire esserne consapevoli ed elaborarle sotto forma di produzioni senzienti.
Che cos’è, quindi, questa intelligenza artificiale e che impatto ha sulla psicologia di ognuno di noi?
É quello che andremo ad approfondire nella nuova puntata di PsicoPsycho insieme a due ospiti d’eccezione, Chiara Cilardo (Psicoterapeuta e autrice della rubrica di Psicologia Digitale sulla rivista “State of Mind”) e Francesco di Muro (Psicologo; da anni lavora facendo dialogare psicologia, neuroscienze e tecnologie digitali).