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Il percorso giuridico del MSNA: tra tutele e difficoltà

Quando ci si interfaccia per la prima volta al sistema di accoglienza di persone migranti c’è una cosa che balza subito all’occhio, e cioè la differenza tra il percorso riservato ai maggiorenni e quello riservato ai minori.

Questo perché la persona minorenne, in quanto tale, è inquadrata come fragile e quindi ha bisogno di un sistema che possa garantirne la tutela a trecentosessanta gradi.

Da qui, quindi, la mia idea di fare una chiacchierata con Chiara Trevisani, Operatrice legale per OXFAM Italia Intercultura, che ha messo a disposizione la sua professionalità per fare proprio una panoramica sui diritti, i doveri, i vincoli e le possibilità che, ad oggi, ha a disposizione ogni minore straniero non accompagnato ritracciato sul territorio italiano.

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Restanze e Partenze: l’impatto della migrazione su chi resta e chi va

Quando parliamo di migrazione nella maggior parte dei casi poniamo tutta l’attenzione su chi parte e ci dimentichiamo di chi resta.

Di fronte alla dinamica migratoria, però, tanto il migrante quanto il “restante” si trovano a dover fare i conti con numerosi fattori di stress che vanno ad incidere in maniera marcata sul modo di sentirsi parte di un sistema sociale e culturale.

In questo nuovo video di Etnopsi, quindi, ho voluto indagare l’impatto che il processo migratorio ha su chi parte e su chi resta nel proprio paese natìo, mostrando come i sentimenti di nostalgia e i vissuti di spaesamento possano essere esperiti tanto dagli uni quanto dagli altri.

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Curati con umanità: cure mediche e soccorso in mare

Spesso quando pensiamo al concetto di salute ci vengono in mente gli ospedali, gli studi medici, mangiare sano e fare sport.

Tutto giusto, e generalmente siamo abituati ad accedere con relativa facilità all’assistenza di cui necessitiamo per vivere al meglio e poter affrontare le situazioni difficili con i giusti strumenti. Se, però, spostiamo il tutto in contesti particolari ed estremi, come quello della ricerca e soccorso in mare, le cose si complicano un tantino.

Partendo dal nuovo dossier “Curati con umanità” redatto da SOS MEDITERRANEE, in questa nuova live di Etnopsi affronteremo il tema dei rischi, delle sfide e delle buone prassi da adottare proprio nell’ambito della ricerca e soccorso in mare, e lo faremo con l’aiuto di Filippo Aquino, Sar Team Member e infermiere di bordo della Ocean Viking.

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Futuro in Arbëria: cosa ci raccontano gli Arbëreshë?

Alla fine del 1400 una forte ondata migratoria ha condotto parte della popolazione albanese in Italia dando origine a quella che oggi prende il nome di Arbëria.

Ma chi sono gli Arbëreshë e cosa possono raccontarci di noi e dei processi socio-culturali?

È quello che ho provato a raccontare nel nuovo video di Etnopsi grazie anche all’aiuto di Lorenzo Fortunati e del suo libro “Futuro in Arbëria: visioni di donne”.

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Integrare sistemi di cura: un progetto sulla Medicina Tradizionale del Burkina Faso

La migrazione non è soltanto spostarsi da un luogo all’altro, ma è un incontro/scontro tra un contesto culturale di partenza e uno di arrivo.

Approcciarsi a nuove usanze, costumi, valori, modi di fare e di pensare, infatti, può causare un elevato livello di stress che, se non visto e affrontato, finisce per comportare un senso di spaesamento tale da innescare una vera e propria frattura identitaria.

Risulta utile, quindi, trovare dei punti di contatto tra il vecchio contesto e il nuovo…ma se questo è facilmente possibile in alcuni ambiti (come la cucina o lo stile di vita), lo è un po’ meno quando si parla dei sistemi di cura.

A tal proposito ho deciso di fare una chiacchierata con due colleghe “etnopsi”, Elisabetta Cannas e Laura Ruggieri, e con Bancè Prosper (mediatore culturale) che stanno portando avanti un progetto di ricerca volto a indagare i sistemi di cura tradizionali del Burkina Faso e il possibile dialogo tra questi ultimi e la biomedicina occidentale.

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Delocalizzare l’accoglienza: una panoramica sull’accordo Italia-Albania

L’apertura dei centri di Gjader e Shenjin in Albania ha destato fin da subito clamore e tante perplessità non solo rispetto alla logistica legata al soccorso in mare, ma anche a questioni giuridiche e umanitarie inerenti al trasporto di persone in un luogo diverso da quello nel quale effettueranno la richiesta di asilo.

L’accordo Italia-Albania, però, non è l’unico esempio di esternalizzazione del processo migratorio. Negli ultimi anni, infatti, molti paesi come l’Inghilterra stanno tentando di arginare il fenomeno migratorio spostando all’estero parte del processo di accoglienza, prendendo spunto dal cosiddetto “modello australiano” più volte denunciato da numerose organizzazioni per i diritti umani.

Data la complessità dell’argomento e le ripercussioni che ci troveremo ad affrontare nell’immediato futuro a livello sociale, ho deciso di capirci qualcosa in più chiamando in mio soccorso Francesco Creazzo (ex cronista e addetto stampa di SOS Mediterranee Italia) e Simone Gavazzi (insegnante, editor e content creator).

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Tradizione culinaria: tra integrazioni e integralismo

Il cibo è spesso luogo di incontro e di sviluppo tra culture, basti pensare a come la nostra cucina italiana sia migliorata esponenzialmente dopo essere entrata in contatto con prodotti d’oltreconfine come il pomodoro, l’olio, le patate o la pasta.

Tuttavia, spesso ci dimentichiamo di questo vantaggio e, per timore di intaccare la nostra integrità identitaria, ci barrichiamo dietro il concetto di tradizione rifiutando il nuovo e creando stereotipi e pregiudizi su di esso.

Eppure, se da una parte ci fa comodo vedere il kebab, la pizza o il sushi come degli elementi capaci di condensare i tratti specifici della cultura a cui fanno riferimento, dall’altra è bene dirsi che se dovessimo restringere la nostra alimentazione ai soli prodotti della tradizione finiremmo per incappare in non pochi problemi di salute.

A questo punto la domanda sorge spontanea: cosa si intende per tradizione culinaria e come possiamo evitare di farla diventare l’ennesimo strumento per la creazione di pregiudizi e integralismi?

È quello che cercherò di scoprire in questa nuova live di Etnopsi, e lo farò insieme a tre ospiti d’eccezione, Claudia Penzavecchia (Dietista e Divulgatrice scientifica) e i due autori del libro “La cucina italiana non esiste. Bugie e falsi miti sui prodotti e i piatti cosiddetti tipici”, Alberto Grandi (Professore associato di Storia del cibo all’Università di Parma) e Daniele Soffiati (Co-conduttore del podcast “DOI – Denominazione di origine Inventata”).

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Ayahuasca: Droga allucinogena o strumento culturale?

L’ayahuasca è un decotto naturale famoso per le sue proprietà psichedeliche e, nella cultura di molte popolazioni amazzoniche, si configura come un potentissimo strumento spirituale utilizzato con finalità terapeutiche e introspettive.
Negli ultimi anni, però, l’assunzione del decotto è diventata una moda tra i viaggiatori europei e statunitensi e questo ha generato non solo un incremento del turismo di massa nelle regioni amazzoniche, ma anche la trasformazione della bevanda nell’ennesima droga dello sballo, in un mero oggetto economico e ricreativo svuotato di qualsiasi valore culturale.
L’ayahuasca, però, è qualcosa di molto più complesso in quanto mixa tra loro elementi psicologici, naturali, spirituali, medici, sociali e culturali.
Proprio per questo, nel nuovo video di Etnopsi ho deciso di approfondire l’argomento, ponendo un’attenzione particolare proprio sull’importanza culturale e sociale che l’ayahuasca riveste nelle popolazioni amazzoniche e non.

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La strega: essere demoniaco, personaggio del folklore o donna indipendente?

Leggendo la parola “STREGA” sono quasi certo che nella vostra mente apparirà una donna, probabilmente in stile Befana, a cavallo di una scopa e pronta a lanciare il suo maleficio su qualche malcapitato. Ci sta! Anche perché è questa l’immagine che molto spesso ci regalano le storie, i film, i cartoni animati o il folklore popolare.

Eppure, ad uno sguardo più attento, si vede come la figura della strega abbia subito nel corso dei secoli un’evoluzione che l’ha resa una sorta di personaggio mitologico. Da donna forte, indipendente e libera – che era erborista, levatrice e guaritrice – è diventata l’incarnazione del demonio, l’oggetto per eccellenza che tenta e fa peccare, terminando poi la sua lenta evoluzione con la trasformazione nella Janara di folkloristica memoria.

Tante facce di un unico personaggio che però racconta tanto di chi siamo stati e di chi siamo oggi. Dunque, chi erano e chi sono oggi le streghe?

È quello che ho cercato di capire nelle due live a tema di Etnopsi, quella con Lucia Graziano (archivista ecclesiastica, scrittrice e divulgatrice) e Valentina Cardone (scrittrice, divulgatrice e fondatrice della congrega “Stregonia Coven”).

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Occupare: dal bisogno alla riappropriazione

L’occupazione abusiva di un immobile è un fenomeno sociale di cui si parla poco e male.

Spesso, infatti, viene presentato solo nella sua accezione aggressiva e incurante della legge, senza però tener conto del panorama individuale, sociale e culturale che fa da sfondo a tale comportamento.

A questo proposito, il libro “Riprendersi la vita” di Osvaldo Costantini fa un passo avanti ponendosi come un vero e proprio studio antropologico ed etnografico sui meccanismi che stanno alla base dell’atto occupativo e delle dinamiche che si sviluppano all’interno di un immobile occupato.

Ho chiesto, quindi, a Osvaldo di confrontarci in una live nella quale non solo parleremo del suo libro ma avremo modo di approfondire vari temi come quello del diritto all’abitare.