Ieri sera, leggendo il libro di Yalom “La cura Schopenhauer“, mi sono imbattuto in uno stralcio di testo che, dopo aver tenuto la mia mente occupata per un bel po’, mi ha riportato alla “cartolina” scattata da un collega della SIPeP-SF (Società Italiana di Psicoanalisi e Psicoterapia – Sàndor Ferenczi), Maurizio Pinato.
Il legame tra i due elementi è stato così forte che ho deciso di renderlo concreto incarnandolo in questo post.
Ecco il testo e…a voi lo spunto!
[…] L’altra notte ho letto qualcosa di interessante in un libro di memorie di Nabokov, Parla, ricordo, dove descrive la vita come una scintilla tra due identiche pozze di oscurità, l’oscurità di prima che si venga al mondo e l’oscurità dopo la morte. E com’è strano che ci si preoccupi tanto della seconda e così poco della prima. In qualche modo ho trovato tutto ciò enormemente rassicurante […].
I. Yalom (2005), “La cura Schopenhauer“, Neri Pozza Editore, Vicenza.